Torino capitale del cioccolato
7 febbraio 1560, Emanuele Filiberto detto ” Testa ‘d Fer”, uomo d’arme caparbio e tenace, sposta la capitale del suo piccolo ducato di Savoia al di qua delle Alpi a Torino, cittadina poco più grande dell’originario castrum romano, e marginale come posizione e politica nell’Europa in fermento del ‘500. Decisione importante, senza la quale il Piemonte sarebbe francese e l’Italia non esisterebbe. In tale occasione speciale, fu offerta nella nuova capitale la golosa novità : la cioccolata calda in tazza. Il Duca Testa d’Fer era imparentato con il grande imperatore Carlo V, “sulle cui terre non tramontava mai il sole” e che ricevette dai Conquistadores spagnoli cioccolato e semi di cacao, diffusi poi dall’Imperatore in Europa, e dal Duca in Italia, attraverso matrimoni e movimenti di cuochi. La tradizione racconta che, alla fine del XVI sec, il conte di Cagliostro, avventuriero ed alchimista, creò a Torino delle palline di cioccolato afrodisiache e dispensatrici di giovinezza, che i torinesi chiamarono Diablotìn, “diavoletto”, che sono ritenuti i più antichi cioccolatini al mondo. Diablotìn e cioccolata calda furono diffusi dai Savoia nelle corti europee, mentre introdussero a Torino, il rito della Merenda Reale, in cui la cioccolata in tazza e i diablotìn venivano accompagnati dai torroncini, altra tipicità locale, ed i “bagnati”, 14 specie diverse di biscotti artigianali e tradizionali. La cioccolata calda, secondo la ricetta tradizionale, era preparata con acqua calda e cioccolato fondente e dal ‘700 veniva servita in quelli che oggi sono definiti i “Caffè Storici”, dove dal 1800 si iniziò a consumare il “Bicerin”, bevanda calda a base di cioccolata, caffè e crema di latte, ricercata in tempo di digiuno quaresimale, perchè la cioccolata non era considerata cibo. Scriveva Alexandre Dumas, l’autore dei Tre Moschettieri :” ..Tra le cose belle e buone che ho trovato a Torino, non dimenticherò mai il bicerin, quell’eccellente bevanda al caffè, latte e cioccolato, che viene servita in tutti i caffè ad un costo relativamente basso”. Nel 1865 , Caffarel introduce una grande novità, il Gianduiotto, primo cioccolatino incartato della storia, in cui il cioccolato finissimo, incontrava un’altra eccellenza locale: la nocciola Tonda Gentile cel Piemonte, e depositava il marchio con la maschera Gianduja stampata sulla carta. Alla nascita del prelibato cioccolatino, contribuì involontariamente l’imperatore francese Napoleone III, che per penalizzare gli odiati inglesi, mise il blocco all’importazioni di materie prime, tra cui il cacao, dal nuovo mondo. La carenza di cacao venne integrata con l’introduzione delle nocciole, il cui sapore caratterizza il cioccolatino più famoso di Torino Nel 1964 la Ferrero di Alba crea la Nutella, la crema spalmabile di cioccolato più venduta al mondo, perfezionando la prima versione del 1946, in cui nocciole e zucchero sopperivano alla carenza del cacao, destinato alle scorte belliche della 2GM. A “nut”, nocciola in inglese, l’ingrediente principale della deliziosa crema spalmabile, fu aggiunto il suffisso “ella” per renderla più orecchiabile e fu venduta nel caratteristico vasetto. Dal 2003 si svolge a Torino la golosissima fiera CioccolaTò dove oltre a degustare, si possono seguire la lavorazione del cioccolato in diretta e partecipare alla caccia al tesoro al giadujotto. Torino capitale del cioccolato, eletta dal quotidiano spagnole El mundo, uno dei dieci posto al mondo dove gustare la migliore cioccolata, ha una produzione di 85.000 tonnellate di cioccolato e copre il 40% della produzione nazionale. Cioccolata in tazza, bicerin, giadujotti, alpini e boeri, cremini, cuneesi al rhum sono solo alcune delle prelibatezze che si possono gustare nella città sabauda, che dalla fine del ‘600 riconosceva l’eccelenza della produzione assegnando la patente reale ai “ciculatè ‘d Turin”, creando una nuova professione.