La guerra dei Vulcani
Negli anni ’50, dopo gli orrori e le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia visse il desiderio di ripresa e di cambiamento con uno slancio di ottimismo sostenuto dal boom economico. La nuova visione del futuro si rifletteva anche nella fiorente industria cinematografica, decretando il tramonto del neorealismo, un movimento culturale spontaneo e non codificato, in cui grandi registri avevano lasciato la macchina da presa libera di incontrare la realtà, i dialetti, gli attori presi dalla strada, gli anonimi, uscendo dagli Studios distrutti di Cinecittà e girando in esterno immagini vere dell’Italia di quegli anni, profondamente ferita dalla guerra. Maestro ed iniziatore del neorealismo fu il regista Roberto Rossellini che trovò in Anna Magnani, attrice icona dalla romanità istintiva, non solo un’intensa interprete dei suoi film ma anche l’amore, il fuoco perfetto, la passione. Nonostante lui fosse già sposato, e i loro caratteri impossibili li facessero scontrare in continui litigi, la relazione durò quattro anni, tra alti e bassi. Insieme girarono diversi film tra cui il capolavoro “Roma città aperta”, che non solo fece acquisire notorietà internazionale alla coppia, ma fu la scintilla che accese il fuoco di una delle storie più seguite dalla stampa del tempo, uno scandalo cinematografico e sentimentale di proporzioni titaniche. Il film cult di Rossellini folgorò la bellissima diva Ingrid Bergman, premio Oscar, amatissima dal pubblico americano, cultrice della libertà nell’amore. “Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con Lei”, scrisse la Bergman a Rossellini e lui volò a Parigi, “dalla traffichina svedese”, come la Magnani chiamava la rivale, e la scritturò per girare “Stromboli, terra di Dio”, affidandole la cui parte che era stata scritta per la Nannarella nazionale. Anna Magnani furente ed umiliata dal doppio tradimento amoroso e artistico, si vendicò in modo plateale, firmando il contratto che la vedeva protagonista del film “Vulcano” diretto dal regista Dieterle. Una sfida ravvicinata, un duello di troupes che lavoravano contemporaneamente a pochi chilometri di distanza sulle assolate e sconosciute isole Eolie, che durante i mesi di produzione dei due films, divennero il centro del mondo, richiamando giornalisti da ogni dove, affamati di gossip dell’ardente storia fatta di infedeltà, gelosie, ripicche e ira che aveva come protagonisti, tre personaggi geniali, talentuosi e all’apice del successo: il registra romano Rossellini, borghese, affascinante, donnaiolo, generoso ma capace anche di piccole meschinità, il prototipo dell’uomo mediterraneo, la Magnani, schietta, presuntuosa, violenta e per sua scelta priva di eleganza, consapevole di essere un monumento nazionale e la diva svedese superstar americana, la ragazza acqua e sapone che era riuscita a sfuggire alla chirurgia estetica, che dopo le sperimentazioni fatte sui soldati feriti della Prima Guerra Mondiale, si affacciava negli Studios, e che Hollywood imponeva alle attrici da lanciare, che si dovevano adeguare agli standard richiesti dallo star system. La scandalosa storia d’amore ebbe inizio quando, dopo la sfuriata con tanto di piatto di spaghetti rovesciati dalla verace e innamoratissima Nannarella sulla testa del fedifrago regista, lo stesso, con la scusa di portare fuori il cane, non tornò più a casa. Nella calda estate del ’49 nelle bellissime e selvagge isole, dove non c’erano nemmeno acqua corrente e luce elettrica, la passione travolse il regista colto e raffinato e la trasgressiva svedese. La sofferenza della Magnani, il fatto che entrambi gli infedeli amanti fossero già sposati, l’annuncio della gravidanza della Bergman, la reale eruzione dello Stromboli, ripresa nel film omonimo, suscitarono l’interesse della stampa mondiale elettrizzata da strepitosi scoop scandalistici, perfetti per il lancio pubblicitario dei due film, che però non ottennero il successo previsto, perché i due peccatori furono puniti dalla puritana stampa americana e da quella perbenista cattolica italica. La Bergman fu tacciata di turpitudine morale e chiamata concubina. “Sono passata da santa a puttana e poi di nuovo a santa in una vita sola”, dirà lei. I giornali titolarono l’affaire Rossellini-Bergman- Magnani : “La guerra dei vulcani”, i giornalisti e la Magnani tentarono anche di carpire i segreti della lavorazione di “Stromboli”, ma inutilmente, perché Rossellini improvvisava e lavorava senza copione. “A Colossè, mimetìzzate, fa’ finta d’esse pescatore, contadino; fa’ er filo a quarche comparsa ma me raccomando, non fa capì a nessuno che arrivi da lontano”…, diceva Nannarella a uno degli attori minori del film, inviato di nascosto a spiare la coppia. Quasi una tragedia greca, ambientata nella cornice perfetta delle ruvide ma spettacolari isole vulcaniche con una Magnani Medea e con la nascita di Robertino, il figlio dei due amanti infedeli, che con una tempistica perfetta vide la luce proprio nel giorno in cui fu presentato e proiettato il film Amate entrambe da Rossellini, dal cinema e dal pubblico, le due Dame, come i Vulcani hanno tuonato, eruttato e modificato quello che la lava ha trovato sul loro cammino. Oggi dell’ardente storia, che ha infuocato i letti e i set, rimangono pochi trailers in bianco nero sul web e due targhe, una nella via che l’isola di Vulcano ha dedicato alla Magnani e l’altra a Stromboli, nella casa rossa in cui la Bergman visse la passione della sua vita.
https://www.youtube.com/watch?v=NIESVGFP5Es&ab_channel=ripleysfilm
https://www.youtube.com/watch?v=ZXvpbGMeWk8&ab_channel=VivonoCinema