La foresta incantata
C’era una volta, in un bosco incantato…Quante volte nelle favole, nel mito, nei romanzi, nei film, il bosco o la foresta rappresentano i luoghi cruciali della trama, dove tutto può avvenire, luoghi simbolici, sacri, rituali, intricati, in cui ci si perde, in cui si manifesta ciò che è magico o pericoloso, in cui la natura rivela la sua forza, e ci affascina, attrae, spaventa, ispira, ma anche, generosamente, dispensa cibo, protezione e riparo…
L’Italia, terra del mito e della storia, è ammantata da boschi sul 40 % del territorio, seconda solo alla Spagna per copertura forestale, e, secondo le stime dell’inventario nazionale delle foreste, negli ultimi anni gli alberi si sono ripresi spazi, colonizzando zone montane e campagne disabitate, rinnovando e tutelando la biodiversità. Un prezioso capitale verde, composto da 469 specie della flora legnosa con un patrimonio stimato di circa 12 miliardi di alberi, in cui oltre la metà delle aree boschive e forestali sono tutelate da vincoli naturalistici che oltre a proteggerle le rendono luoghi speciali. Così come avviene per il Bosco del Sasseto, accessibile solo se accompagnati dal personale preposto ed in numero contingentato. E’ un luogo unico, incantato, racchiuso fra tre regioni, che come buone fate, hanno dispensato doni. Dal Lazio, in cui si trova, ha ricevuto la Storia, dall’Umbria, l’ombrosità ed i verdi saturi, intensi, e dalla Toscana il patrimonio silvestre. Come in tutte le favole la vetusta foresta si trova ai piedi di un castello, originaria fortezza strategica posta a difesa di importanti vie di comunicazione, trasformata a fine ‘800, secondo i dettami dell’epoca, in una elegante residenza dal revival neogotico, dalla famiglia Cahen d’Anvers, che ha preservato, protetto e amato Il castello di Torre Alfina con il suo borgo ed il bosco monumentale. E’ un suggestivo unicum, un luogo magico talmente stupefacente da essere riconosciuto Monumento Naturale della regione Lazio, sottoposto al vincolo monumentale dal Mibac. Affascinano i massi lavici, da cui il nome del Sasseto, originati ed espulsi dalla rupe vulcanica su cui oggi sorge il castello, gli alberi centenari, il pendio coperto di felci, rampicanti e funghi colorati. Incantano i tronchi contorti ed i rami intricati e tentacolari, le grotte, i muschi, le liane avvolgenti ed i legni che si protendono, tra coni di luce e zone d’ombra, in mezzo a potenti radici e scogli bianchi.
Prezioso gioiello naturalistico, è divenuto un bosco rifugio per piante di luoghi climi diversi, per la presenza vitale degli animali che lì vivono, circondati da copiose fioriture, colori e suoni che rendono il luogo naturalmente perfetto come set cinematografico di racconti fantasy. Appena ci si chiude il cancelletto di legno alle spalle e si inizia a camminare in un’ovattata atmosfera satura di verde smeraldo, ci si trova catapultati in una dimensione diversa, dove, la giacca che si impiglia al rovo, il volo improvviso di una farfalla dal cespuglio, le radici che sbarrano il passaggio e la luce che filtra nei tronchi cavi, ci parlano di fate, di maghi, elfi e creature che abbiamo salutato diventando adulti ,ma che ritroviamo e che ci accompagnano in un viaggio che abbiamo fatto tante volte da bambini.